La nuova illuminazione pubblica NON a LED

In questi giorni sui social sono apparsi diversi post di sindaco e assessori dal titolo: “ILLUMINAZIONE PUBBLICA: CONCLUSA LA GARA, A BREVE IL NUOVO GESTORE”. La precedente amministrazione (Lonati) aveva già realizzato un concorso per questo progetto. Il bando era stato concluso positivamente con tre partecipanti, giudicati tutti accettabili dalla commissione tecnica che si occupava di valutare le offerte e quindi inseriti in graduatoria. La commissione ha concluso il suo lavoro a luglio del 2018 e ha decretato il vincitore della gara quando ormai la precedente amministrazione non è stata più rieletta.

La giunta dell’attuale amministrazione (Colombo) ha fatto passare 5 mesi (dicembre 2018) prima di invalidare, a suo insindacabile giudizio, l’aggiudicazione provvisoria della gara. Siamo arrivati ad oggi: sono passati 5 anni senza fare nulla, o meglio, dando precedenza ad altro rispetto alla gara dei LED. In questi giorni si è chiusa la nuova gara dell’illuminazione pubblica, prolungata di 23 giorni forse per le “troppe” domande, ma ancora non siamo arrivati neppure al punto dell’aggiudicazione provvisoria; quindi la gara potrebbe essere, per fortuna, ancora annullata.

Nel frattempo, come evidenziato in , grazie all’immobilismo degli amministratori, abbiamo perso 2 milioni di Euro tra mancati risparmi, nuove consulenze per il progetto (tre), aumenti dei prezzi dei componenti e dell’energia, manutenzione straordinaria e chi più ne ha più ne metta. Inoltre sono stati bruciati 5 milioni di Kwh, l’equivalente di un’enorme quantità di CO2 con conseguenti danni per l’ambiente.

Analizziamo con più attenzione il post relativo al bando dei LED: pare strutturalmente simile, anche oggi, come nel 2018, sono previsti 2000 punti luce, 15 anni di gestione e nessuna integrazione con punti wifi o telecamere. Bene. Tuttavia, spulciando meglio, vi sono sostanziali differenze: infatti, nelle pubblicazioni online, non si parla di LED, ma solo di illuminazione pubblica. Bisogna precisare che nel nuovo bando 2023 è scomparsa l’obbligatorietà di “sostituire i punti luci esistenti con LED”. Sebbene si citi che sommando i costi è più conveniente utilizzare i LED rispetto ad altre tecnologie, si afferma anche che per i “1554 punti luci acquisiti da Enel” è “troppo oneroso il rifacimento integrale degli impianti di illuminazione […] se non per piccoli porzioni di impianto”.

Beh, allora speriamo che il nuovo gestore ci metta qualche LED quando non troverà più i ricambi delle vecchie lampade.

Aggiungiamo pure che, nella gara del 2023, rispetto a quella del 2018, sono sparite:
- “L’interramento nei tratti indicati sulle tavole del progetto di fattibilità tecnica ed economica delle linee aeree”;
- “La verniciatura dei nuovi pali, mensole e sostegni installati e la riverniciatura di quelli esistenti”.

In sostanza sarà già una conquista se il vincitore del nuovo bando ci pagherà la luce e cambierà le lampadine guaste.

Al netto di queste considerazioni, perché imbrigliare l’amministrazione per 15 anni? Ha senso se vi è qualcosa di migliorativo, se andiamo a mettere i LED in tutto il paese, oppure se abbiamo un forte risparmio economico o energetico.

Una gara siffatta, in cui non ti verniciano neppure i pali e ti blocca qualsiasi altra iniziativa per 15 anni, è disastrosa.

Nel periodo pre-covid, pre-aumenti stiamo parlando di una cifra che tra consumo di energia e manutenzione si aggira attorno ai 400.000 Euro l’anno. Una cifra considerevole che quindi può produrre anche con basse percentuali notevoli risparmi. Il bando in questione parte da una base d’asta di 450.000 Euro (IVA inclusa). Vincolarsi per 15 anni a un importo superiore è davvero sconveniente e vincola le risorse economiche delle future amministrazioni.

Senza variare l’impianto del bando e viste le notevoli risorse nelle casse comunali (9 milioni), sarebbe bastato mettere poco meno della metà dell’investimento (1,3 milioni di Euro) per ridurre la quota parte di investimento della rata (213.000) di circa 100.000 Euro annui. Le risorse economiche risparmiate potrebbero poi essere utilizzate per migliorare i servizi o abbassare le tasse, a maggior ragione che il prossimo futuro si prospetta ancora vincolato nella spesa corrente (patto di stabilità). Nulla toglie che se passerà un bando del genere dovremo rassegnarci ad inquinare ancora ad alti livelli per altri 15 anni.

Marco Gibillini

Bareggio, 5 maggio 2023


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